martedì 18 ottobre 2016

Il mio senso di colpa.





Potrei sembrare una brava ragazza. Ma l'apparenza inganna.
Ti sei consumata,ti sei rovinata.
Non sorridi più,non ridi più.Ti sei 'fottuta',completamente.
Sei morta dentro,sei morta.
E' colpa di quella fottuta rabbia.
Quella rabbia che ho rinchiuso per anni e anni.
Anche il dolore ha avuto il suo spazio.
Ho sempre lasciato che mi divorasse da dentro.
Se ora son fredda è colpa sua.
E' la rabbia che mi ha rubato tutti gli altri sentimenti.
Ma in fondo non è così male.
Essere pelle fuori e ghiaccio dentro.
Il sole non mi raggiunge più da tanto tempo ormai.
Vivo nel freddo del mio corpo razionale.
Ora il mio cuore serve solo a pompare sangue.
Ma, manco quello sa fare.
Non riesce neanche a tenermi in vita.
Se sono diventata così,in teoria è colpa sua.

E' lei che mi ha distrutta.
E' lei che mi ha ingannato.
E' quella fottuta rabbia.
L'unico sentimento che riesco a provare in questi momenti, è l'amore, e anche l'odio, oh si questi ormai fanno parte di me.
Sei assetata di sangue,ti nutri di dolore.
E noi ti abbiamo tolto il nutrimento.

domenica 9 ottobre 2016

UN NUOVO GIORNO





La mia vita è scandita da un orologio. Detesto gli orologi. In camera mia ce ne sono tre: uno con le lancette sul comodino, uno appeso alla parete , un altro, digitale, sulla scrivania. Ce li ha messi mia madre, per essere sicura che non dimentichi. Io non ne avrei mai messi tre in una sola stanza. Detesto gli orologi.
Mi sveglio, è mattina. L’orologio sul comodino segna le 7 in punto. Quello appeso al muro le 7.03. Quello sulla scrivania le 7.05.
Mi alzo. Ho freddo. Sento sempre freddo. Vado in cucina. Lì l’orologio fa le 7.08. 8 minuti avanti, rispetto a quello sul comodino, 5 minuti avanti rispetto a quello appeso al muro, 3 minuti avanti a quello sul comodino. Sto impazzendo.
Mi guardo allo specchio. Sono stanco.
Sorridi, mi dico, e il mondo sorriderà con te. Piangi e piangerai da solo.
E io sorrido, davanti allo specchio. È un sorriso forzato, ma può bastare. Deve bastare. E sorrido. Sono la creatura più sorridente che abbia mai pascolato sulla verde terra di dio. A proposito, mi viene in mente che quand’ero piccolo mia madre mi obbligó a frequentare il catechismo. A me piaceva. C’erano tanti altri ragazzi come me. Non era male.
Ci davano i compiti. Si, al catechismo. Quelli della scuola non bastavano giustamente. Io in ogni caso non li facevo mai. A dire il vero nessuno li faceva. Tranne qualche raro caso disperato. Poi un giorno succede che ci mettiamo a leggere una storia. Parla di un pastore e di un lupo. Ora non ricordo esattamente cosa facessero. La catechista mi guarda. “Chi è il pastore?” mi chiede. Rispondo come avrei risposto alla mia maestra di scuola “È il protagonista della storia”. Stupido, molto stupido. Quando al catechismo ti fanno una domanda del genere la risposta è solo una: Dio.
Ridono tutti, catechista compresa. Abbasso lo sguardo come se avessi fatto qualcosa di male. Ma cosa poi?Continuo a pensarci. La catechista riprende a parlare. Non ho idea di cosa stia dicendo, non la sto ascoltando. Continuo a pensarci. Poi quella si volta verso di me e mi chiede: “qual è il significato della messa?”. Mi ha colto di sorpresa. Non so cosa rispondere. Lei non me ne lascia proprio il tempo. “Forse tu non sai nemmeno cosa sia la messa” mi dice. E calo la testa, di nuovo. Sì quello stupido ragazzino cala la testa, come se fosse colpevole. Ma di cosa? Avanti, tu lo sai. Stupido ragazzino. Parla. Alza la testa. E diglielo! Diglielo! La messa è il rito della chiesa cattolica, della chiesa ortodossa, delle comunità anglicane e luterane in cui si celebra l’eucarestia. Diglielo! È solo una stupida frase!
Non ce la fai. E te ne torni a casa con la testa ancora china, sconfitto. Entri in cucina. L’orologio segna le 19 in punto. 8 minuti avanti rispetto a quello sul comodino, 5 minuti avanti rispetto a quello appeso al muro, 3 minuti avanti rispetto a quello sulla scrivania.
Ti metti davanti allo specchio. Sei stanco, lo so.
Sorridi, e il mondo sorriderà con te. Piangi e piangerai da solo.
È stata la prima volta che ho sentito quella frase.
Sorridere mi ha sempre aiutato nei momenti più difficili, anche se i miei sorrisi erano solo finti. Mio padre lo sapeva. Lui era preoccupato per me. Diceva che me la prendevo troppo, che dovevo sorridere di più, guardare il lato positivo delle cose.
Ma adesso lo vedo il lato positivo. Adesso sorrido sempre, papà!
Peró non è che sia cambiato poi molto. Vivo solo in una prigione più grande.
Una volta mi hanno detto che in acqua un granello di sabbia e un sasso affondano allo stesso modo. Credo significhi che non importa quale il sia il peso di un’azione, ci saranno sempre delle conseguenze. Ma a me non frega niente. Non me ne frega niente delle conseguenze. Io sorrido. Ecco qual è l’importanza di sorridere. Sorrido anche se soffro. 8 minuti, 5 minuti, 3 minuti. Perché ho voluto prendere proprio l’orologio sul comodino come riferimento? Perché?
Sorridi e il mondo sorriderà con te. Piangi e piangerai da solo.