venerdì 2 novembre 2018

Il grande dittatore - monologo






Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore, non è il mio mestiere. Non voglio governare, ne’ conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro.
In questo mondo c’è posto per tutti: la natura è ricca, è sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette.
Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà, la scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità, più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza, e tutto è perduto.
L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti, la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, miolini di uomini donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente.
A coloro che mi odono io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggiero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano.
L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. E il potere che hanno tolto al popolo, ritornerà al popolo. E qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa.
Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi irregimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!
Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel vangelo di San Luca è scritto: “il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”, non di un solo uomo, o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi il popolo avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza.
Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere. Mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno. I dittatori forse sono liberi, perchè rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse. Combattiamo per liberare il mondo eliminando confini e barriere, eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza! Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere.
Soldati! In nome della democrazia, siate tutti uniti!
Hannah, puoi sentirmi? Dovunque tu sia abbi fiducia.
Guarda in alto, Hannah! Le nuovole si diradano, comincia a splendere il sole. Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio della loro brutalità.
Guarda in alto, Hannah! L’animo umano troverà le sue ali e finalmente comincerà a volare, a volare sull’arcobaleno verso la luce della speranza, verso il futuro, il glorioso futuro che appartiene a te, a me, a tutti noi.
Guarda in alto, Hannah.
Lassù!

martedì 25 settembre 2018

Il Divo - Monologo





“Livia, sono gli occhi tuoi pieni che mi hanno folgorato un pomeriggio andato al cimitero del Verano. Si passeggiava, io scelsi quel luogo singolare per chiederti in sposa – ti ricordi? Sì, lo so, ti ricordi. Gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sapevano, non sanno e non sapranno, non hanno idea. Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del Paese. Per troppi anni il potere sono stato io. La mostruosa, inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene. La contraddizione mostruosa che fa di me un uomo cinico e indecifrabile anche per te, gli occhi tuoi pieni e puliti e incantati non sanno la responsabilità. La responsabilità diretta o indiretta per tutte le stragi avvenute in Italia dal 1969 al 1984, e che hanno avuto per la precisione 236 morti e 817 feriti. A tutti i familiari delle vittime io dico: sì, confesso. Confesso: è stata anche per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Questo dico anche se non serve. Lo stragismo per destabilizzare il Paese, provocare terrore, per isolare le parti politiche estreme e rafforzare i partiti di Centro come la Democrazia Cristiana l’hanno definita “Strategia della Tensione” – sarebbe più corretto dire “Strategia della Sopravvivenza”. Roberto, Michele, Giorgio, Carlo Alberto, Giovanni, Mino, il caro Aldo, per vocazione o per necessità ma tutti irriducibili amanti della verità. Tutte bombe pronte ad esplodere che sono state disinnescate col silenzio finale. Tutti a pensare che la verità sia una cosa giusta, e invece è la fine del mondo, e noi non possiamo consentire la fine del mondo in nome di una cosa giusta. Abbiamo un mandato, noi. Un mandato divino. Bisogna amare così tanto Dio per capire quanto sia necessario il male per avere il bene. Questo Dio lo sa, e lo so anch’io.”

venerdì 21 settembre 2018

Iago




io odio il Moro… Si è anche bisbigliato, qua e là, che egli mi abbia sostituito nel dovere coniugale tra le mie lenzuola.
Non so quanto sia vero, ma per un semplice sospetto del genere io agirò come avessi certezza.
Di me egli si fida; e tanto meglio agiranno su di lui le mie macchinazioni.
Cassio è un bell’uomo… Vediamo un po’…
Prendergli il posto, e far culminare il mio piano in un colpo doppio…
Ma come? Come?
… Ecco… Fra un po’ di tempo, potrei stillare nell’orecchio di Otello che Cassio è troppo in intimità con sua moglie.
Cassio ha un aspetto e un carattere soave, che sembran fatti apposta per far sospettare gli uomini e per far girare il capo alle donne.
ll Moro è d’indole semplice e franca.
Crede onesti quegli uomini che appena lo sembrano. E si farà menare per il naso docilmente come un somaro.
Ho trovato… L’idea c’è.
Poi l’inferno e la notte porteranno alla luce questo parto mostruoso.

lunedì 13 agosto 2018

Testa d'artista



Mai parlato con uno di questi senza tetto? Tutti dicono che sono pazzi!
Ma provate a vivere in strada per un po’, e vedete che idee vi vengono. Non diventate pazzi, vi dico, incominciate a vedere la verità. E cominciate anche a dirlo in giro, a dire anche come stanno le cose: ecco perché tengono questa gente in strada. Il sistema ha paura di loro. Paura della loro libertà. La libertà è l’opposto della responsabilità. La libertà è una minaccia al sistema.
Ecco perché non c’è più nessuno che si fa le canne, la libertà fa paura a tutti.
Hanno paura che se la gente si fuma una canna e diventa un po’ più allegra capisce che merda di vita fa…e manda tutto per aria. È per questo che ho smesso di fare arte, capito? Non c’è più speranza. Che cosa si può fare in una situazione del genere?
Mettiamo anche che scriviate un libro, il migliore che sia mai stato scritto, che vada in classifica e lo leggano tutti. Due mesi dopo è dimenticato, e c’è qualche altro capolavoro che tutti devono leggere.
O che scriviate una canzone, bellissima e che finiate in super classifica. Che cosa pensate che vi aspetti dopo? al massimo un jingle per uno spot di qualche birra.
O che dipingiate un quadro: lo compra un milionario e se lo appende negli uffici della sua compagnia. In passato, i ricchi appendevano alle pareti teste di leoni, tigri. Li facevano sentire potenti, sicuri.
Oggi il sistema colleziona le menti degli artisti, capite?
La notte dorme meglio sapendo che i migliori, i più svegli sono morti dal collo in su.
Ecco perché non gli do nessuna soddisfazione, la mia mente me la tengo dentro la testa, dove non possono venire a prendermela.
Tutto diventa parte del sistema, capite?
E l’unico modo per sfuggire al sistema è fare nulla. Come faccio io!
Voglio dipingere un quadro? Voglio scrivere qualcosa? Lo faccio nella mia testa, dove non possono vedere.
Se sapessero quello che penso, amici, sarei già morto!

martedì 27 febbraio 2018

Peace ep.15







"No tutto questo, non ha senso, il minimo senso"
Il maresciallo Fumagalli era sulla scena del delitto, ma faticava a credere a quello che stava guardando, a terra, in una pozza di sangue, c'era Giovanni, gli occhi vitrei, incavati, bianchi, come se fosse morto da giorni, e non da poche ore.
Vera si avvicinò " Maresciallo, la morte è avvenuta tra le 2 e le 3 del mattino, con un unico colpo di coltello che gli ha bucato lo sterno"
 Paolo era in corridoio, osservava in silenzio, mani in tasca, sguardo perso nel vuoto, illeggibile come sempre.
" Allora deve essere stato un uomo con una forza fuori dal comune a fare una cosa simile, nessun essere umano normale può bucare lo sterno di una persona con un colpo solo"
Maresciallo! Maresciallo!
Alek si precipitò dentro la stanza, anche se nessuno si voltò, c'era come una coltre pesante, inafferrabile, che rendeva tutto liquido, come se fossero avvolti nel sangue di quei maledetti simboli, sospettavano ancora di lui, ma senza nessuna prova, nessuno poteva far nulla. Presunta innocenza, fino al prossimo caso.
" Michele non ha ancora risposto alle nostre chiamate, dovrebbe essere qui da un'ora, cosa dobbiamo fare?"
Il maresciallo stese in silenzio " A questo punto le opzioni sono due, o il nostro Michele ha fatto la stessa fine di Giovanni.." non continuò.
"Oppure" continuò Vera, che stava smanettando sul pc di Giovanni, nella speranza di trovare qualcosa che potesse ricostruire le sue ultime ore di vita " Michele ha qualcosa a che fare con questi omicidi"
Silenzio.
Tutti lo stavano pensando, ma nessuno aveva il coraggio di ammetterlo.
Alek parlò " Mi sembra di aver visto questa scena due giorni fa, quando fui accusato di essere un assassino, forse non è il caso di trovarlo prima di saltare a conclusioni affrettate?"
"Alek ha ragione" disse infine il Maresciallo, " Io e lui andremo a controllare a casa di Ramino, mentre il Signor Fabbri e la Signora Raimondi resteranno qui."
Era stato detto in modo chiaro, inequivocabile.
Erano ordini.
Chiari e decisi.

Stava facendo buio, l'aria gelida di Torino si comiciava a fare sentire, ed il vento soffiava attraverso le colonne di pietra
Sergio guardava fuori dal finestrino della limo, occhiali sa sole a coprire i suoi occhi bicolori, impassibile.
"Sai Ale, ogni volta che qualcosa di grosso viene messo in moto, è solo alle ultime battute che se ne comprende la gravità"
Ale guidava l'auto, ma si voltò, il suo tono di voce faceva presagire ordini, a cui prestare la massima attenzione
"Abbiamo lasciato fare per molto tempo, gli abbiamo concesso delle grandi libertà ed adesso è crollato, mancava solo un nome alla lista, ma se cade nelle mani sbagliate, allora tutto è perduto"
" Vuole che vada da Ramino signore?"
" No Ale, il tempo delle azioni furtive è finito, dirigiti alla stazione di polizia per favore"


Non aveva opposto la minima resistenza.
Michele Ramino membro della task force era stato trovato dal Maresciallo Fumagalli e da Poltorak seduto sulla sua poltrona, in stato catatonico, con la maglietta ancora sporca di sangue, sangue che, Alek era pronto a scommetterci, apparteneva a Giovanni.
Chi poteva immaginare che il più brutale omicida della storia italiana fosse un poliziotto mite ed insignificante come Michele Ramino.
" CHE PEZZO DI MERDA"
Alek era fuori dalla sala interrogatori ed osservava da dietro il vetro a specchio con Vera e Carlo, muti ed immobili come statue.

Il Maresciallo guardava Michele fumando il suo solito sigaro
" Non posso crederci, non ci posso credere, noi cerchiamo da mesi l'assassino del simbolo della pace, e quello stronzo era proprio qui, nella mia stazione di polizia!"
Michele lo guardava come se nemmeno esistesse, aveva altro per la testa.
Come faceva ad uscire di li'? Era chiaro che la situazione poteva solo peggiorare, cosi' come il suo ticchettio alla testa, la sua astinenza poteva farsi strada in qualsiasi momento fino alla parte più nascosta del suo cervello facendolo impazzire.
E quello stronzo del commissario parlava
Non aveva ancora capito un cazzo.
Il Maresciallo Fumagalli si avvicinò ancora di più al volto di Michele
" Ora dimmi, maledetto psicopatico, perchè adesso hai fatto questa stronzata? Hai ucciso Giovanni, hai fatto saltare la tua copertura, per quale motivo?"
Michele si rilassò
" Perchè tra poco, accadrà il finimondo maresciallo"


mercoledì 14 febbraio 2018

Poesie di San Valentino


Per uomo


L'amor mi indusse A chiederti un dono,

Fammi felice Io fedel ti sono.

Cerca tra le maiuscole dei versi miei,

 Allora saprai ciò che da te io vorrei.


Per donna

Il tempo mi indusse la Logica a usare

per saper Cosa di te mi regala notti Amare,

leggi con Zelo i versi di maiuscole Zeppi,

radunale Ordunque in tre sottogruppi,

Gira e Rigira Ormai facile la Soluzione è trovare

e Saprai cosa il paradiso mi fa Oltrepassare