mercoledì 18 dicembre 2013

Sorriso

Cammino in mezzo a fantasmi con la ventiquattrore Testa bassa, il cuore l’han dimenticato sul comò Alla disperata ricerca di un cenno d’allegria Un sorriso che possa spezzare la giornata Il cielo bianco come i denti nascosti Nuvole mangiate da vuoti occhi E sospiri che si perdono nel gelido cammino verso scuola La crisi si legge sui volti degli zombie Ululano in silenzio, sonnambuli di una mattina che puzza di buio.

Alessandro

venerdì 22 novembre 2013

Tra sogni e decadenze

La paura di volare ha impedito al piccolo corvo di lasciare il nido Come quella sera che tu avevi paura di affrontarmi E di cedere a passioni, hai preferito dormire Chiudi gli occhi e sogna, sarà sicuramente meglio della realtà Ed io, felice che la fine non abbia avuto ancora un inizio, ascoltavo il tuo respiro E fantasticavo su parole che danzavano ancora prima di morire nella mia mente perversa Avrebbe voluto dirti tutto, quella giocherellona, un complimento affogato nella vergogna Ma è finita, si è esaurita in un canto che solo i disperati avrebbero potuto udire Io l’ho sentita, ero li che ascoltavo Il piccolo corvo è morto nel nido, non è riuscito a sconfiggere la vita La fame della natura l’ha portato via E il vento riesce a sentenziare…. “shhhhhhhhh”, che nessuno si azzardi a proferir parola alcuna.


VERSIONE RECITATA
http://vocaroo.com/i/s13AyWFJWZjU da 2+2=5 

lunedì 18 novembre 2013

"Brandelli di una poesia morta soffocata"

Piccola e sottileCome il filo della vita
Attenta a non tagliarti, il tuo mondo crollerà
Indecisioni croniche e traumi sentimentali
Emotività nulla - con miglioramenti al Nord
Una giornata mite e tempestosaVoglia di fuggire, paura di rimanere
Aiutami a capire questa marea I detriti che l’oceano porta sulla spiaggia
O forse sono brandelli della mia volontà
Verrò divorato dai gabbiani affamati
Che senza tregua e delicatezza finiranno l’opera che tu hai iniziato
La prima volta che ti guardai dritta negli occhi
Ma tu eri cieca.

 2+2=5                                                                                           

         VERSIONE RECITATA    da Elios                                                                                                       http://vocaroo.com/i/s0xJituCRHK9
                                                                                               

domenica 17 novembre 2013

Fantasma

Oggi ho visto un fantasma di carne e di ossa. La donna sul marciapiede,una volta,vestiva di oro. Oggi i suoi colori erano quelli dell’argento. Sorrido sempre alla signora E le lascio un saluto e qualche spicciolo nel cappello. Mi domando se aspetti un principe oppure la buona fortuna. E’ una delle mie metà la donna sul marciapiede, anche io aspetto che qualcuno mi afferri e mi salvi da me stessa. Oggi ho visto un fantasma di carne e di ossa. La bambina con la busta della spesa in una mano Il biglietto dell’autobus per tornare a casa nell’altra Mi afferra in un abbraccio e mi regala sulla guancia un bacio con un accento diverso dal mio. Conosco il nome di quella bambina Ed il sapore della sua storia. Attraverso i suoi occhi vedo i luoghi che ha conosciuto E le persone che ha dimenticato. Ma dov’è casa tua,bambina? Io questo non lo so. Non so nemmeno dove è diretta la mia voce quando grida “Casa.” Oggi ho visto un fantasma di carne e di ossa. Tornavo verso il mare e sull’asfalto caldo correva una vecchia auto. Oggi ho visto un fantasma di carne e di ossa. Ma forse la mia mente si è presa gioco di me, io non so chi ho visto. So che mi son fermata ed il cuore batteva troppo forte. Ragazza puoi davvero non riconoscere i tuoi stessi fantasmi? Ho visto ciò che non è più come prima. Oggi ho visto un fantasma di carne e di ossa."

domenica 29 settembre 2013

Non ci sono momenti.


Non ci sono momenti.
Nessun istante.
la nostra vita l'abbiamo vissuta nonostante tutto
e ci troviamo come vecchi stanchi della vita
intrappolati dalla nostra età
incatenati a radici mortali ed infantili
a passioni e sporadiche voglie.
Non ci sono momenti.
Ci sono solo due menti in uno spazio bianco.
infinito.
e la loro connessione.
Siamo ricordi.
Ricordi indefiniti.
mai vissuti.
mai compresi.
Siamo i pianti mai compresi.
I fiati trattenuti di fronte a tesi silenzi.
le ore perdute a farci male
i secondi spesi ad amarsi.
Non siamo niente.
Nemmeno quei momenti.
Siamo sepolti.
I graffi e le strette al collo.
il sangue che si mischia a sibili animaleschi ed incompresi.
la verità tagliente che fagocita ogni possibile redenzione.
Una malata sensazione di disagio che striscia sotto la pelle e divora la lucidità.
La neve d'inverno che traccia ghirigori gelidi che pugnalano l'anima.
Una giornata senza aria di dicembre dove stringere patti di reciproco soccorso con la follia.
Non siamo niente.
e torneremo a non esistere.

VERSIONE RECITATA
http://vocaroo.com/i/s16Fd863kvSB da Elios

venerdì 27 settembre 2013

Maledetto specchio.

Il vuoto, non è vero? Che cosa esiste in questo vuoto apparente? Questo terrore confuso del
soprannaturale che ha assillato l’uomo dalla nascita del mondo è legittimo perché il soprannaturale
non è altro da quello che ci resta sconosciuto (non rivelato)! Allora ho capito il terrore.
Mi è sembrato di arrivare costantemente a scoprire un segreto dell’universo. Ho tentato di affinare i
miei organi, di eccitarli, per far loro percepire, in certi momenti, l’invisibile. Mi sono detto, “tutto è
un essere”. Il grido che passa nell’aria, è un essere simile alla bestie poiché esso nasce, produce un
movimento e si trasforma ancora per morire. Così la mente timorosa che crede in essere incorporei
non sbaglia. Chi sono? Quanti uomini li avvertono, fremono in loro presenza, tremano al loro
impercettibile contatto. Li sentiamo vicino ed intorno a noi, ma non possiamo distinguerli perché
non abbiamo gli occhi per vederli o piuttosto l’organo sconosciuto che potrebbe scoprirli.
Allora, più di chiunque altro, io le sentivo queste presenze soprannaturali. Esseri o misteri? Come
posso saperlo? Non posso dire che cosa sono, ma sempre segnalare la loro presenza. Ho visto – ho
visto un essere invisibile – nella misura in cui si possono vedere questi esseri? Sono rimasto
immobile per intere notti, seduto davanti al mio tavolo, con la testa fra le mani, pensando a questo,
pensando a loro. Spesso ho creduto che una mano intangibile, o piuttosto un corpo inafferrabile
stava sfiorando i miei capelli. Non mi ha toccato perché non era un’essenza carnale, ma un’essenza
imponderabile e sconosciuta. Una sera ho sentito scricchiolare il parquet dietro di me. Ha
scricchiolato in modo particolare. Ho tremato. Mi sono girato. Non ho visto niente. Non ci ho più
pensato.
Ma il giorno dopo, alla stessa ora, si è verificato lo stesso rumore. Ero così spaventato che mi sono
alzato, sicuro, sicuro, sicuro che non ero da solo nella mia stanza. Non ho visto niente. L’aria era
limpida, trasparente ovunque. Le mie due lampade illuminavano ogni angolo della stanza. Il rumore
non riprese e mi calmai un po’ per volta; tuttavia rimasi piuttosto inquieto e mi guardai spesso
intorno. Il giorno dopo mi risvegliai di buon ora, cercando di capire come sarei riuscito a vedere
l’invisibile che mi visitava. E l’ho visto. Per poco non sono morto di terrore. Avevo acceso tutte le
candele sulla mensola del camino e i candelieri. La stanza era illuminata a festa. Le mie due
lampade bruciavano sul tavolo. Di fronte a me, il mio letto, un vecchio letto a colonne in legno di
quercia. A destra il mio caminetto. A sinistra, la mia porta, che avevo chiuso col catenaccio. Dietro
di me un grande armadio con specchio. Mi sono guardato in esso. Avevo occhi assenti e pupille
dilatate. Allora mi sono seduto come tutti i giorni. Il rumore si era presentato la sera prima e la sera
prima delle 21,22. Aspettavo. Quando il momento preciso è arrivato , ho percepito una sensazione
indescrivibile, come se un liquido, un liquido irresistibile mi fosse penetrato in tutti i pori,
sommergendo la mia anima con un terrore atroce. E lo scricchiolio divenne forte, dritto verso di me.
Mi alzai e mi girai così rapidamente che quasi caddi. Vedevo ogni cosa come in pieno giorno e non
mi vedevo nello specchio. Era vuoto, libero pieno di luce., Non ero dentro di lui, nonostante gli
fossi davanti. Lo fissavo con sguardo atterrito. Non ho osato avvicinarmi ad esso perché sentivo che
era fra noi, lui, l’invisibile, e che mi nascondeva.
E’ stato terribile. Ed ecco che ho cominciato a percepirmi in una foschia in fondo allo specchio, in
una foschia come attraverso uno specchio d’acqua e mi sembrava che questa acqua scivolasse
lentamente da sinistra a destra rendendo a ogni secondo la mia immagine più precisa. Era come la
fine di un’eclissi. Quello che mi nascondeva non aveva contorni, ma una sorta di trasparenza opaca
che a poco a poco si schiariva. Alla fine ho potuto vedermi chiaramente, come faccio tutti i giorni
quando guardo me stesso. L’avevo dunque visto. E non lo ho più rivisto.

domenica 1 settembre 2013

Addio.

-Devo andare.
-E’ ancora buio.
-Mi chiamano.
-Non sento nessuno.
-Urlano il mio nome, al di là della valle. Vogliono che io torni. E anche se non lo chiamano più, lo chiamarono già tanto prima, che ancora risuona.
-Lasciali chiamare.
-Non posso deludere la loro attesa.
-Tutte le attese sono di per sé deluse.
-Mai giunse chi ti aspettavi?
-Mai.
-E quando mi vedesti, sulla collina, camminare fra i fiori, verso di te (c’era tutta quella luce), non mi aspettavi, forse? E non fui all’altezza della tua attesa?
-Non eri quello che mi aspettavo.
-E cosa aspettavi?
-La felicità.
-E cos’hai trovato?
-Dolore.
-E’ ora che io vada.
-Rimani.
-Non hai già sparso abbastanza sangue per mia causa? Con me giunse il dolore. Con me partirà.
-Non è così semplice.
-Spiegamelo.
-Io amo questo dolore.
-Oh cristo, ci sono così tante malattie mentali riconducibili a questa frase, che non so neanche quale nominare per prima.
-No. Io non amo la morte. Non amo il dolore. Io amo te. Questo amore è dolore. E io amo questo dolore. E’ vita. E’ la caviglia che scricchiola sul sentiero di montagna. E’ il sudore che inzuppava i vestiti di Michelangelo, sdraiato a dipingere la Creazione sulla volta della Cappella Sistina. Il mio dolore sono le macchie di vernice sulla tuta di lavoro di mio padre quando ci abbracciava, tornato a casa. E’ dolore e tormento e dolcezza e armonia. E’ il dolore che chiamano felicità.
-Dicesti che non conoscesti felicità con me.
-Non conobbi la Felicità. Abbiamo tutti in testa un’idea di Felicità come perfezione, appagamento supremo di tutti i nostri desideri. Non è la felicità di cui parlo io.  Quella che conosco non è così pura: è sporca, e maltrattata, e mortale, ma, ah!, per quegli attimi di beatitudine darei ogni centimetro della mia carne.
-Siamo stati felici, insieme.
-No. Non esiste felicità passata. Esiste solo l’amare, e l’essere, non l’aver amato, non l’essere stato.
-E sei felice, ora, qui, con me?
-In mezzo a oceani di dolore, bufere di dubbio, desiderio di morte, io sono sempre felice, con te.
-Mi dimenticherai?
-Si può dimenticare la felicità?
-Sì.
-Sì. Ma lascerà tracce di speranza. E quelle non andranno via.
-Mi ricorderai, dunque.
-Il mio cuore ti ricorderà.
-Devo andare.
-Tornerai.
-Non lo so.
-Si torna sempre a casa.
-Forse solo per morire.
-E morirai.
-Sarà una morte dolce, se sarò a casa.
-Può la morte essere dolce, davvero?
-Può esserlo la vita?
-Tu mi hai insegnato a sperare. Saprò continuare.
-Speranza e attesa vengono sempre deluse.
-Ma non per questo valgono meno. Tu lo dicesti. E io ricorderò.
-Tornerò, mio sole.

-Tornerai, mia luna.

sabato 24 agosto 2013

Perche' si videogioca?

Ho cominciato a giocare all'eta di 7 anni.
Le motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere questo hobby, sinceramente, non le ricordo.
Forse ammaliato dalla console  vista a casa degli amichetti, che per me era irrangiungibile e misteriosa e che permetteva di giocare ai primi fifa, ai primi giochi di ruolo...
A quel tempo quando mi chiedevano cosa facessi nel tempo libero, io rispondevo prontamente: " Gioco alla playstation e al nintendo!". Le reazioni a questa affermazione erano diverse: C'era il ragazzotto paffuto del secondo banco che non aveva idea di cosa fosse un videogioco e ti guardava con occhi vacui, la ragazzina secchiona del primo banco,che nonostante avesse 7 anni etichettava i videogiochi come "cose da bambini", e c'era il nerd occhialuto che aveva già tutte le console e i giochi, RIGOROSAMENTE orginali, e che sciorinava dettagli tecnici e nomi di giochi, che ovviamente suscitavano il mio odio incontrastato.
Nel corso degli ultimi anni i videogiochi sono stati, almeno in parte, sdoganati.
Molta più gente gioca e lo fa con tranquillità, senza venire etichettata come "nerd senza vita sociale", c'è più attenzione mediatica,  anche grazie ai cosiddetti "casual gamers" e a diverse tipologie di giochi che hanno permesso di avvicinare il videogame ad altri media, come la musica e il cinema.
Il motivo per cui si gioca pero', rimane un mistero, conoscendo tantissime persone che videogiocano, è chiaro che, cosi' come in  altri media, ognuno cerca nel videogame sensazioni e situazioni ben diverse, chi per sfogarsi uccidendo passanti e zombie dopo una dura giornata di lavoro, chi appassionato d'arte rimane estasiato di fronte all'ultima rivoluzionaria grafica spaccamascella, chi ancora appassionato di libri e completamente rapito dalla profondità di the walking dead o last of us, chi appassionato di motori ama le simulazioni sportive e automobilistiche, chi adora in generale i videogiochi e ama farsi rapire in mondi diversi dal nostro, magari dimenticando per qualche ora la routine della nostra esistenza.
Forse non è cosi' importante allora sapere perchè si gioca.
Forse l'importante è continuare a farlo.

sabato 17 agosto 2013

Bambina mia,quando un giorno esisterai,crescerai e vivrai scoprirai queste mie parole. Esse hanno lo scopo di curare un pò quelle tue domande spontanee e dal sapore allarmante. La poca ingenuità che mi vive spera che tu non viva mai momenti di confusione che portano all'autodistruzione. Ma sicuramente ci saranno,è anche giusto così. Anzi dubito che non ci siano già stati. Nella mia Vita mi sono sempre domandata chi sia io,chissà chi sarai tu?
Vivrai la mia medesima Vita romanzata ed imprevedibile?
Se così sarà impara a gestirla perché non avrai altro. La ragazza che ti scrive è una persona che crede di essersi persa,senza controllo e con pochi principi.
Qualcuno che rappresenta un pessimo esempio. E' questa mia forma d'essere che mi ha spinta ancora una volta a prendere la penna in mano e a scrivere parole ferme nel futuro. Voglio lasciarti qualcosa che ti aiuti a non perderti completamente. Farai i tuoi errori,ti butterai da milioni di aerostati e ti spezzerai tutte le ossa solo per il piacere di provare qualcosa. Ricorda che va bene così,che tu sei tu e che questo è vivere. La donna che conoscerai,la me del futuro,non potrà dirti fatti tanto espliciti in quanto tua madre,in quanto donna matura seppur di natura libera. Ti chiedo di perdonarla.
Tuttavia la diciannovenne di oggi può essere sincera,può essere bambina e libera di dirti di vivere,di piangere e di non lasciare spazio a momenti di noia. Però tenendo sempre conto che alle volte,molte volte,la sola risposta "è divertente" non è sufficiente a riempire i vuoti. Non lasciare che le tue risposte si riducano solo a questo. O non andrai in nessun luogo. Non ridurti in questa condizione che mi vive,dove i ricordi sono apparenti e le emozioni finte e finite.

-The Fishball Syndrome

venerdì 16 agosto 2013

Tutto è falso, tutto è possibile e tutto è dubbioso. Formuliamo questa certezza usando il vecchio
detto: “Verità da questo lato dei Pirenei, errore dall’altra parte”. E diciamo: “Verità in un nostro
organo ed errore dall’altro”. Due più due non fanno quattro fuori dalla nostra atmosfera. Verità sulla
terra, errore più lontano. Dunque concludo che i misteri come l’elettricità, il sonno ipnotico, la
trasmissione di volontà, la suggestione, tutti i fenomeni magnetici, rimangono nascosti perché la
natura non ci ha fornito l’organo o gli organi necessari per comprenderli.
Dopo essermi convinto che tutto quello che si rivela ai miei sensi esiste solo per me nel modo in cui
io lo percepisco e sarebbe totalmente differente per un'altra persona, dopo aver concluso che
un’umanità fatta diversamente avrebbe sul mondo, sulla vita, su tutto, sulle idee assolutamente
opposte alle nostre, poiché gli accordi sulle nostre credenze sono dovuti solo alla somiglianza dei
nostri organi e le divergenze di opinione sono dovuti soltanto dalle differenze di funzionamento dei
nostri terminali nervosi, ho fatto un sforzo di pensiero sovrumano per sospettare l’impenetrabile che
mi circonda.

mercoledì 7 agosto 2013

Mio caro dottore, mi metto nelle vostre mani. Fate di me quello che credete. Vi sto descrivendolo stato della mia mente, così voi giudicherete se è meglio essere preso in cura per qualche tempo in un sanatorio o rimanere in preda alle allucinazioni e sofferenze che mi stanno lacerando.
Dottore: ….
Stavo vivendo come vivono come tutti viviamo, guardando la vita con gli occhi aperti e ciechi dell’uomo, senza stupirmi e senza comprendere. Vivevo come gli animali, come viviamo tutti noi effettuando tutte le funzioni dell’esistenza, esaminando e credendo di vedere, credendo di sapere,credendo di conoscere quello che mi circonda, quando un giorno mi sono accorto che tutto è falso

mercoledì 10 luglio 2013

La Grande Bellezza

Mi sveglio alle 3 e mezza
I miei bioritmi andrebbero pesantemente rivisti..
Oggi...cioe'...ieri, ho riguardato Il DIVO di Sorrentino, dopo aver visto qualche giorno fa La Grande bellezza.
Che dire.
Entrambi i film mi hanno colpito profondamente e, cosa ancora più importante, mi hanno fatto pensare, lo testimonia il fatto che ho necessita' di parlarne alle 3-4 del mattino.
Ognuno a suo modo ha disegnato un affresco pittoresco e variegato, che difficilmente cancellerò dalla memoria.
Il Divo
Il regista napoletano ( si lo so) è riuscito in questo film del 2008 a trattare la personalità di un personaggio come Andreotti, e con crudo cinismo proporcela senza filtri o indoratura di pillola.
Un film che inizia con una tremenda catena di omicidi e che finisce con la cupa indifferenza di Andreotti.
Magistrale.
Ma dopo aver girato "this is must be the place"( molto bello anche questo) mai avrei immaginato si potesse superare.
La Grande Bellezza e' semplicemente uno dei film italiani più belli che abbia mai visto.
Sorrentino si candida prepotentemente come nuovo "maestro" del cinema Italiano, e vista la realtivamente giovane età (42 anni) non oso immaginare il suo prossimo passo.
La rappresentazione e la decadenza dell'alta società romana con le loro ambizioni, ipocrisie e paure e' impeccabile, e riesci ad essere sia contenutisticamente valido che visivamente splendido.
Roma è rappresentata maestosa e bellissima, si staglia contro la decadenza degli uomini che la abitano.
Il re di questo mondo falso e malato è Jep Gambardella ( l'interpretazione di Servillo è spettacolare), ma è proprio lui, dotato di una sensibilità e una capacità di osservazione cinica e disillusa del mondo ad uscirne dai margini predefiniti,non risparmia critiche e sagace ironia a nessuno, nemmeno a se stesso.
In molti punti mi sono rispecchiato parecchio in questo personaggio, quindi per quanto cerchi di essere obiettivo, affermo che i personaggi di questo film mi hanno affascinato nella loro rassegnata malinconia ad una vita di facciata, finta e vuota.
Che dona solo infelicità e che illude.
E' tutto un trucco.
"È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio e il sentimento, l'emozione e la paura… Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile. Tutto sedimentato sotto la coperta dell'imbarazzo, dallo stare al mondo. Bla. Bla. Bla. Altrove, c'è l'altrove: e non mi occupo dell'altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Si... è solo un trucco."
Applausi.
Sipario.

sabato 6 luglio 2013

Le dovute presentazioni

Salve!!! Io sono Elios, forse vi ricorderete di me per pagine come Aig e I'm ateo, oppure per il canale youtube FuckingNettle...
Scusate non potevo resistere ad una presentazione alla Troy McClure...mea culpa.
Non so cosa sia un blog.
La sua essenza, e più in generale la sua utilità mi sfugge.
Forse, semplicemente risponde ad una esigenza comunicativa.
Nonostante tedi  la vostra esistenza continuamente, devo in qualche modo invogliarvi a leggere...
TETTE TETTE TETTE TETTE.
Ecco, secondo i miei calcoli ora dovreste leggere questa frase con un minimo di attenzione.
Qui voglio semplicemente parlare con calma e tranquillità di ciò che mi pare, e se vorrete seguirmi, sarò lieto di condividere con voi cosa penso.
A meno che non siate napoletani,ebrei,neri,omosessuali, fan di vasco rossi, fan di ligabue,beliebers,directioners,ottusi fanboy di videogiochi, moralisti dementi o più semplicemente siate credenti.
GIRATE AL LARGO.
In Fede...Elios